Pulire la pietra naturale esterna può sembrare un compito complesso, soprattutto quando ci si trova di fronte a superfici molto sporche, ricoperte di muffa, licheni o incrostazioni varie. Tuttavia, con la giusta attrezzatura e qualche accortezza, è possibile restituire al patio o al vialetto la lucentezza e l’eleganza originale. Uno strumento molto utile a questo scopo è l’idropulitrice, purché la si utilizzi nel modo corretto, senza rischiare di danneggiarne il motore o di rovinare la pavimentazione. Ciò che segue è una guida passo dopo passo, spiegata in forma discorsiva, per chi vuole avvicinarsi alla pulizia della pietra naturale esterna in autonomia, ottenendo risultati di qualità professionale.
Prima di iniziare, è bene sapere che la pietra naturale tende ad avere fessure e irregolarità in cui lo sporco può annidarsi con facilità. Per questo motivo, è necessario dotarsi di un getto d’acqua sufficientemente potente da raggiungere i punti più nascosti. L’idropulitrice è ideale, in quanto consente di regolare la pressione, di scegliere lancia e accessori differenti e, in alcuni casi, di utilizzare detergenti specifici. È tuttavia fondamentale assicurarsi di avere a disposizione un modello adatto: se si punta su un pulitore di bassa potenza, la pulizia potrebbe risultare insufficiente, soprattutto in presenza di incrostazioni accumulate da anni.
Allo stesso tempo, non bisogna esagerare con la pressione, specialmente in presenza di fughe deteriorate o pietre più fragili. Una pressione eccessiva rischia di asportare intere porzioni di malta o addirittura di scheggiare la pietra se non si presta la dovuta attenzione. Meglio, dunque, effettuare una prova su un piccolo punto nascosto e valutare la reazione della superficie. In questo modo si potrà impostare una pressione adeguata, evitando di creare danni difficili da riparare.
Un altro aspetto importante è l’utilizzo del detergente. Molte idropulitrici sono dotate di un tubicino che permette di aspirare il prodotto direttamente dalla bottiglia. Prima di avviare il motore, però, è essenziale far arrivare l’acqua alla macchina: il rubinetto va aperto, il tubo di alimentazione deve essere ben collegato e bisogna attendere qualche istante che il flusso si stabilizzi. Se si accende l’idropulitrice “a secco”, cioè senza acqua, si rischia di danneggiare il motore in modo irreparabile. Inoltre, quando si vuole far entrare in gioco il detergente, è necessario rimuovere qualsiasi accessorio (come la lancia) dal grilletto, in modo da permettere al sistema di “adescare” il prodotto dal tubicino. Una volta che il detergente comincia a fluire, si può rimettere l’accessorio prescelto e iniziare la pulizia.
La spazzola rotante per patio è spesso considerata un valido aiuto per trattare superfici ampie in meno tempo. Di solito presenta più getti che spruzzano l’acqua contemporaneamente, ed è concepita per scorrere facilmente sopra la pavimentazione. Tuttavia, c’è da dire che, nel caso di pietra particolarmente irregolare o molto sporca, questo accessorio potrebbe non essere abbastanza potente da rimuovere le incrostazioni più tenaci. La sua utilità si rivela maggiore nelle operazioni di manutenzione ordinaria: se il patio è solo leggermente annerito, è possibile ottenere buoni risultati in pochi passaggi. Al contrario, se ci sono macchie consolidate di muffa o licheni annidati nelle fughe, è preferibile ricorrere alla lancia ad alta pressione o a quella variabile, in grado di concentrare il getto su punti specifici.
Il lavoro più accurato si fa sempre “lancia alla mano”: avvicinandosi con attenzione agli angoli, alle fughe e alle sporgenze, è possibile direzionare il getto esattamente dove serve. Occorre tenere presente che la pressione elevata potrebbe sollevare porzioni di malta, soprattutto nelle giunzioni già compromesse dal tempo o dall’azione delle radici di piccole piante. In questi casi, è inevitabile intervenire successivamente per ripuntare o riempire di nuovo le fughe, scegliendo un materiale sigillante adeguato e, se possibile, intervenendo prima che l’acqua penetri sotto le lastre di pietra. A volte la perdita della malta durante la pulizia è solo sintomo di un problema preesistente di degrado, e la pulizia approfondita aiuta a far emergere tutto ciò che necessita di riparazione.
Per quanto riguarda il tempo richiesto, dipende molto dal grado di sporcizia e dall’ampiezza della superficie. Un’area meno contaminata si pulisce in tempi relativamente brevi, con una media di pochi minuti per metro quadrato. Man mano che lo sporco si fa più ostinato, soprattutto nelle parti più in ombra o dove si è formato muschio, il processo potrebbe diventare più lungo, arrivando anche a quattro o cinque minuti al metro quadrato. A questo si aggiunge l’eventuale necessità di ripulire le fughe e, se si desidera un risultato ancora più duraturo, di applicare un protettivo adatto alla pietra.
Una volta terminata la fase con l’idropulitrice, è possibile valutare se sono rimasti residui di licheni o muffe particolarmente tenaci. In tal caso, si può utilizzare un prodotto antimuffa o antialghe, lasciandolo agire per il tempo indicato dal produttore. Trascorso il periodo di posa, si ripassa con il getto dell’idropulitrice, stavolta regolata a una potenza meno aggressiva, in modo da rimuovere i residui del prodotto e le spore che si sono distaccate. Questa combinazione di detergenti specifici e alta pressione offre spesso i risultati migliori per una pulizia profonda.